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La presidenza Sukarno
Illusioni e misfatti
Le difficoltà economiche furono aggravate dalla violenta espropriazione delle imprese straniere provvedimento di chiara ispirazione politica e di prestigio interni. Paradossalmente, pur ricca di risorse agricole e minerarie, l’Indonesia era al collasso economico: mancavano esperienza e capacità per risollevare le sorti del paese. Ma, soprattutto, mancava la necessaria volontà politica.
Sukarno infatti, grazie all’accordo coi militari, era ormai padrone incontrastato della scena politica interna. Ma egli, in preda a una follia di grandezza tesa a ingigantire la propria immagine di fronte alle masse, perse rapidamente ogni contatto con la realtà dei problemi da fronteggiare. Si creò così un immenso vuoto di potere.
Nel 1960 fu varata la formula di “democrazia guidata” sulla base di un fronte nazional-comunista. Sukarno divenne il leader carismatico delle folle, e riuscì a imporre il suo prestigio e il suo ascendente personale. Ma ormai egli era privo di qualsiasi potere effettivo: l’esercito, unica forza ancora in grado di assicurare un minimo di ordine e di equilibrio interni, lo aveva praticamente esautorato e assunto il potere in sua vece. Da tale situazione nacque una politica di vera e propria avventura: in economia, non si espresse alcun piano per risollevare il paese; ci si asservì solamente ai capitali stranieri (sovietici e cinesi). All’esterno, si lanciarono clamorose (e rovinose) imprese militari, volte a distogliere l’attenzione popolare dai gravi problemi di ordine interno.
L’annessione dell’Irian, contenzioso ancora pendente con l’Olanda, fu risolta solo grazie all’intervento dell’ONU (1963); ma il tentativo di conquista del Borneo britannico, federato alla Malesia, portò alla guerra con la Gran Bretagna e al disastro militare del 1966. Sospinto dalle pressioni comuniste, Sukarno si atteggiò a supremo liberatore del Sud-Est asiatico da vecchi e nuovi colonialismi; dichiarò la secessione dalle Nazioni Unite e tentò la via, insieme con la Cina, di una “contro-organizzazione internazionale delle forze emergenti”. Il comunismo cinese si imponeva sempre di più nell’Asia sud-orientale. Il potere di Sukarno, eliminata l’opposizione islamica, si bilanciava su due forze: il partito comunista e, come detto prima, le forze armate. Queste avevano un ruolo sempre più preminente. Nel frattempo l’ingovernabilità del paese era ormai completa: fu un susseguirsi di insurrezioni, colpi di mano e massacri.
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